Dickens ambienta questo capolavoro nella prima metà dell’Ottocento e sceglie come protagonista Amy, figlia del vecchio Dorrit, uomo carcerato che sta scontando la sua pena per reati finanziari. Costui, vedovo, vive nel ricordo nostalgico di un passato che lo vedeva appartenere all’agiata classe borghese. È la figlia che in gran segreto provvede a rifornirlo delle piccole agiatezze di un tempo, prestandosi a lavori umili per potersele permettere. La storia cambia quando Amy incontra un uomo più grande di lei, tornato da un viaggio all’estero e in cerca di lavoro a Londra.
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Gli ingredienti della miglior prosa inglese ci sono tutti: una condizione di iniziale amicizia che si trasforma in un sentimento più ampio, lo sfondo di una società spaccata tra i propri due estremi che vedono da una parte ricchezza e avidità e dall’altra povertà impietosa, il ribaltarsi della condizione dei protagonisti. Tutte tessere di un mosaico che per Dickens significa dare voce al destino: il prodotto creato dalle differenze sociali degli individui e dal loro valore morale. È la ricchezza umana a vincere in queste pagine, prevalendo attraverso il sentimento su un mondo che è tanto spietato quanto privo di profondità.
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